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Pensieri

Afidi e cocciniglie

  • 18 Settembre 202118 Settembre 2021
  • da giorgiogiasir

Stamattina durante un momento di pausa alla finestra, guardavo la mia rosa.

Era una bella rosa rossa, aveva fatto dei robusti steli lunghi e pieni di foglie e una decina di boccioli, Questo quattro mesi fa… Sì perché ora è secca, morta, necrotizzata fino alle radici, kaputt!

Come mai vi chiederete voi? All’ inizio della primavera gli hanno fatto visita dei piccoli animaletti: afidi e cocciniglie… Inizialmente la pianta ci ha convissuto bene, finché non iniziò a sbocciare tutto andò alla perfezione. Poi nel momento della fioritura, il dramma: le rose rimanevano in un eterna apertura come congelate e successivamente il fiore dopo qualche giorno cadeva, senza regalare il suo momento magico ed emozionante a chi se ne era preso cura.

Fu così che preparai un rimedio naturale per aiutarla, sapone di Marsiglia e bicarbonato di Sodio… Gli afidi diminuirono, le cocciniglie si ridussero, ma la pianta soffriva, perdeva le sue belle foglie verdi sempre più… Lentamente la pianta, sia dagli insetti che dalle cure forse troppo invadenti e aggressive, moriva. Lentamente perdeva i suoi fiori, le sue foglie, la sua lucentezza, i suoi lunghi steli rigogliosi, fino a diventare sempre più piccola e arida. Decisi di non curarla più con il prodotto, oramai la pianta se ne stava andando… Ricordo il giorno che perse le sue ultime foglie. Gli afidi e le cocciniglie pullulavano e succhiavano la linfa vitale con ingordigia.

Mentre la pianta moriva… Quel piccolo ecosistema sciocco, non si accorgeva di stare distruggendo il suo sostegno più importante…

Guardando i resti appassiti di un rigoglioso passato, dove fiori e fogliame ieri, oggi aridità, secchezza, senza ombra di vita, non posso che non pensare: chissà se tra tutti quegli animaletti esistevano un piccolo gruppo di afidi parsimoniosi, che cercavano di convincere gli altri di non esagerare nello sfruttamento della pianta, perché lei era tutto per loro, era la loro Madre Natura… Chissà se loro sono morti per primi o per ultimi… Sta di fatto che nel momento di massimo culmine di questo microcosmo, la pianta era già morta e quindi gli animaletti parsimoniosi avevano già perso la loro battaglia e non potevano fare altro che attendere la morte in modo consapevole a differenza degli altri. Cosa sarebbe potuto succedere se avessero vinto? Forse la pianta sarebbe ancora viva? Forse sarebbero ancora tutti vivi? Invece adesso c’è solo una pianta morta, senza vita di alcun genere.

Il parallelismo con il nostro pianeta è spiazzante, e realizzare che la nostra intelligenza comunitaria assomiglia a quella di un piccolo insetto con un cervello micrometrico, seppur noi abbiamo uno dei sistemi cerebrali più complessi nel regno animale ed abbiamo sviluppato un enorme rete globalizzata di interconnessioni sofisticata con tanto di reti neurali ed intelligenze artificiali sopra ogni immaginazione, lascia senza parole…

Rimango lì attonito, guardando la mia pianta morta pensando alla nostra civiltà umana che rincorre questo modello stupido, che porta solo ad aridità, secchezza, e poi come ultimo stadio ad un irrimediabile morte.

Giorgio Giasir
08/09/2021

Racconti

Testimone d’infinito amore

  • 24 Aprile 20193 Agosto 2019
  • da giorgiogiasir

 Lo vedevi spuntare dalla scogliera rocciosa con piccoli salti.
Salti sicuri di un piccolo uomo che conosceva ciò che faceva.
Salendo sentiva l’adrenalina nelle sue ancor piccole, giovani gambe 
perché sapeva che un errore gli sarebbe potuto costare la vita.
Ciò gli dava un senso di responsabilità nei confronti del suo essere
e faceva di lui un piccolo saggio che ad ogni passo acquisiva qualcosa…

Arrivato in cima si voltava guardando giù…

I suoi piedi soffrivano ma lui no.
La tramontana come una bimba giocosa gli spettinava leggermente
i capelli, il suo sguardo era fisso e sicuro come lo sguardo di un falco
quando studia la sua preda e con un’estrema dedizione ammirava ciò
che si svolgeva dinanzi a lui conquistato da questo spettacolo ad unica
esecuzione, tutte le sere differente…

Sotto di lui si scorgeva un’unione fascinosa…

 La scogliera nei suoi fondi toccava il mare ed esso eccitatosi da questa
carezza fluiva sopra di lei in piccole onde frizzanti.
Il rumore dell’acqua riecheggiava scorrendo dentro le lunghe e taglienti
fessure della roccia come cascate di perle e cristalli preziosi;
ed una popolazione di granchi e minuscoli molluschi,
come frutto di questo eterno coito d’amore, danzavano con le
alghe sopra di essa.

 Più in là onde solitarie si avventuravano sopra i fondali cercando
di scoprir nuovi misteri da questo mondo sommerso,
a lor consentito di osservare solo da lontano,
come eterni viaggiatori, che osservano paesaggi dall’alto,
senza poter toccare con mano.

E lì dove lo sguardo si alza in volo tra cielo e mare, ammirava
stupefatto ciò per il quale aveva affrontato la scogliera:

 Un sole che, estasiato dalla bellezza del profilo della terra madre,
esalta ogni suo color per conquistarla.
Un rosso fuoco avvolge tutto il cielo svelando il suo cuore di passione,
più in alto un rosa , come un tappeto di fiori in dono alla sua amata.
Viola azzurro ciano e tutti i colori tra le nuvole, come fuochi
d’artificio tra la neve, mostran a tutti l’incontrar dei loro cuori.
E dopo poco allontanandosi come due eterni innamorati, nell’intimità
portan con sé per una notte tutti i colori, per donar completamente
il loro amor, fino al mattino.

 Così lui felice d’esser stato testimone dell’amore tra mare e roccia,
sole e terra, rimane in compagnia della sua candida e delicata luna;
e rapito dal suo volto, usa le stelle come scalini, la raggiunge e su di essa
dorme accoccolato aspettando una nuova giornata piena di luce, colori e
splendide avventure…

…Dove sarà finito quel bambino?
Quell’eterno scopritore che dalle cose conquistava
l’essenza più profonda e ne faceva parte?

Dove sarà quel piccolo ometto che era capace di affrontare rocce
affilate scalzo, per partecipare all’amor divino?

Speriamo sia ancora là, pieno di sete di scoprire e di sapere,
pieno di voglia di comprendere la bellezza e di farne parte,
pieno d’amore per ciò che lo circonda e per chi lo vuole così:

Un piccolo uomo, testimone d’infinito amore.

Giorgio Giasir
14/07/2008

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