In questa pagina: aforismi, frasi e riflessioni.
All’imbrunire sulla battigia le idee prendono la loro forma più tangibile.
Dunque se vi siete incamminati sulla battigia ed avete voglia
di lasciare la vostra impronta su questa sabbia,
potete aggiungere il vostro pensiero nei commenti,
e i vostri aforismi o le riflessioni più belle e che ben si sposano
con la brezza di questa battigia,
entreranno a far parte della battigia del naufrago!
(*) Per aggiungere il vostro pensiero, scorrere tutti i commenti fino a toccare il fondale della pagina.
198 COMMENTI
Posso dire una cosa soltanto.
Mi hai portata a New York. Siamo andati a pranzare. Sì. Molto bene. Gli astici erano buoni anzi buonissimi. Ma tu lo sapevi? Lì olio d’oliva e limone sul pesce. No. Non si usa. Ci mettono una vaschetta di burro. Butter. And? Birra analcolica. Forse in un posto extra sistema solare. Non per me. Ti ringrazio. Pensaci. La prossima volta. Se mai ce ne sarà una.
Amore…amore…. ma da dove viene questo amore? È un’aspettativa, un sogno, un desiderio, una volontà. E quando si realizza? Quando l’oggetto del nostro amore ci dà quello di cui abbiamo bisogno .
Che cosa? Poche cose, in realtà. In una coppia ci vuole il rispetto. Da dove nasce il rispetto possiano capirlo facilmente. Dalle aspettative soddisfatte.
Torniamo indietro.
Quali sono le aspettative di un uomo? La cura. Dal primo vagito alla fine della sua vita, l’uomo ha bisogno di non sentirsi solo. La donna, per lui, ha il compito di curarlo, di capirlo, di accettare i suoi silenzi, di calmarlo, di dirgli che gli sarà accanto per sempre.
Quali sono le aspettative di una donna? Di essere al centro della sua attenzione, di essere accompagnata e protetta, ogni giorno, in questo mondo di belve. Di venire ascoltata, capita, coccolata. Di non essere tradita.
Femminicidio.
Nel dizionario enciclopedico italiano Melzi, edizione 1961, questo vocabolo non c’è.
Eppure, uomini e donne frequentano questo pianeta da almeno due milioni di anni. Possibile che un termine tanto usato oggi sia stato coniato appena una decina di anni fa?
Vediamo un po’…..C’è stato uno spostamento della lancetta. Ma sì, quella lancetta delle vecchie bilance dei salumieri di una volta. Tradizionalmente, uomini e donne si trovavano retti da forze opposte e convergenti. Il che teneva il peso perfettamente bilanciato. Io sono così, tu sei cosà, per questo mi piaci. Oggi? Oggi non mi piaci più, non mi vedi, non mi capisci, vuoi tutto, vuoi niente, oggi nero, domani bianco, non sai più chi sei, mi sembri semplicemente troppo uguale a me. Egoismo, esisto solo io, gli altri non li vedo più, non mi riguardano.
Puntiamo il dito? Va bene: la colpa è della società, del patriarcato, dell’uomo, della fragilità, della droga, dell’alcol, della psicanalisi, degli influencer, degli asini che volano.
Il sacrificio e l’impegno. Ecco l’ingrediente che manca. Il valore della fatica per alzare il nostro livello personale, guardare più in là, costruire.
Nessuno ha più voglia di dare l’esempio. Orwell in pasto ai bambini. Uno smartphone sempre acceso. La pretesa di avere tutto e di non dare nulla. Il diritto, il diritto, il diritto…..
Il diritto alla libertà. Platone chiedeva: libertà per fare cosa?
Torniamo indietro.
Il dizionario Melzi è stato stampato nel 1961. Dal 1968 ci siamo visti rovesciare addosso decine di rivoluzioni, giuste o sbagliate, che hanno stravolto la nostra vecchia vita. Le antiche regole che hanno aiutato le Società ad andare avanti nei secoli si stanno sciogliendo come neve al sole. E noi a piangere, a chiederci perchè. Magari ci facciamo un tatuaggio, o un piercing.
Nel frattempo, non ci ribelliamo a chi vuole entrare nella nostra mente per farci cambiare. Io non voglio. Non voglio chiamare femminicidio un omicidio. Un assassinio è un delitto gravissimo e imperdonabile per l’eternità. L’essere umano è sacro sempre, donna o uomo che sia, ma qui la modernità ci sussurra delle parole sbagliate che ci portano lontano dalla verità. Ci portano al massacro dell’uomo in quanto maschio, anche se è innocente. Lui, è colpevole sempre, per non essere nato femmina. Femminicidio è un parola subdola, coniata da poco proprio per svilire un reato orribile e trasformarlo in un delitto di genere. Meno valore, quindi, di un omicidio. Si è colpito il genere, non l’essere umano.
Ci si interroga in tv, si dibatte, si faranno dei corsi a scuola, ma che significa? Un omicidio resta un omicidio. È la persona che muore, unica e irripetibile. Non più grave, non meno grave, uomo o donna che sia.
Povera femmina. Nemmeno quando ti uccidono ti danno la dignità e l’uguaglianza che spetta a tutti gli esseri umani. Hanno confezionato un termine proprio per te. Giocano “sporco” questi divulgatori, per convincere chi li ascolta di avere un interesse per la giustizia, per la verità, per la vittima, per la necessità che questi crimini non si ripetano.
Ma non è vero. La grande visibilità di oggi su di te, povera Giulia, sparirà tra poco. L’attenzione calerà ma l’obiettivo sarà raggiunto. Ti avranno usata per allargare ancora di più la voragine tra uomo e donna, le incomprensioni, le rivalse, l’odio.
Torniamo indietro.
Perchè lo faccio? Appena ti vedo, la mia pelle freme, ed io arrossisco.
Non voglio. Non voglio fartelo capire.
Che mi piaci.
Ho paura?
No, non credo. Non lo so.
Eppure.
Non lo sai, non lo saprai mai?
Che cosa riesci a provare, tu?
E io? Chi mi ha fatta così?
Passeggi per le vie del centro
Frammenti di discorsi deludenti
Frasi sconclusionate di menti vuote
Frivoli concetti fluttuano sulle teste non pensanti
Il denaro è l’unica fonte di potere bramata
Il lusso l’ambizione che muove le genti
L’apparenza la sola variabile importante.
La pochezza d’animo giace indisturbata.
Ognuno incollato al suo cellulare
Lo sguardo è vuoto
Il cuore ancor di più.
Scorgi due bambini che giocano
I loro vestiti sono imbrattati ma ridono
Si rincorrono
Un errore
Una spinta
Uno cade
Piange imbronciato
L’altro lo aiuta a rialzarsi
Gli da un bacino sulla bua
E passa tutto come per magia.
Quanto sarebbe bello interagire come loro
Innocenti, spontanei, semplici
Liberi da schemi costruiti
Da una società malata.
Per quanto ti deridano
Non perdere mai il tuo lato fanciullesco
È la ricchezza più grande che hai
Che ti permette di guardare il mondo
Con occhi grandi
Con la curiosità e l’imparzialità Con la forza di trovare le soluzioni
Ai problemi del nostro tempo
Per i bambini niente è impossibile
Voglia di donna,
accogliente,
calda,
raggiante,
profonda,
frizzante,
fresca,
vera,
viva,
portante,
raccolta,
saziante,
saggia,
luminosa,
illuminante,
presente,
madre.
Voglia di un porto sicuro per sempre.
Dove sei donna?
La tua bellezza è la tua condanna.
Se bella allora elevata a “idolo”,
un idolo senza tronchi,
senza radici né direzioni…
arbusti trascinati dal vento, infestanti.
Nessuna bellezza,
solo matassi di paglia secca trascinati dal vento,
pronti a prendere fuoco in qualche passione insignificante.
Dove sei donna?
Ti hanno rubato lo sguardo e il sorriso per farne un arma,
che punta dirita verso la tua fronte,
ti hanno rubato le forme per farne bombe, bombe che raderanno al suolo la tua alcova per sempre.
Non avrai altro Dio al di fuori della tua vanità, nutrita a dismisura dalla tua commercializzazione.
Non sarai più donna,
ma ti trasformerai in raro e sovraffino prodotto su cui giocare d’azzardo.
Sarai venduta al miglior offerente per essere succhiata come una caramella,
fino a quando la tua vana gloria, la tua futile bellezza apparente si sarà asciugata,
e verrai gettata via nel mucchio dei cadaveri, in questo olocausto del sapore della vita.
Donna, dove sei?
Ti cerco, ma sento solo un sapore insipido, l’umanità tiepida che pervade la mia percezione sociale.
Ti cerco, ma trovo solo bellissimi involucri,
dei quali il tempo non lascerà alcun ricordo.
Calchi di angeli oramai bruciati,
perché volati troppo vicino all’ infernale consumismo del nostro tempo.
Giorgio Giasiranis
16/09/2023