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La vergogna di un cane

  • 27 Settembre 202528 Settembre 2025
  • da giorgiogiasir

Nel mentre gli Americani fanno i loro sporchi affari trafficando in armi,
facendo finta di vendere pace.
Gli Israeliani stanno finendo il loro olocausto nella striscia di Gaza.
Morti, morti malissimo.


Però c’è stato Natale e Capodanno!…
Dicono che adesso ci sarebbe la proposta di chiamarlo “winter break”.
Così che l’orco Natale del consumismo Natalizio e il sesso nonsense di capodanno,
possano essere celebrati liberamente, senza quell’inquietudine legata ad un certo Dio del passato,
che veniva celebrato in questi giorni.
Nel mentre i ragazzini crescono, nutriti della loro stessa insicurezza,
prodotta dietro alle loro finte maschere social in cui si mostrano sicuri attraverso
tutto quello che gli fornisce un insicurezza fondata e inamovibile.
Nel mentre, le ragazzine svendono la loro bellezza dietro ad uno schermo,
verso il “nessuno” dei loro legami:
più sono belle e più sono destinate a non conoscere l’amore,
racchiuse e intrappolate nella loro immagine dittatrice, frivola e perfezionista.
Nel mentre certi bambini ammazzano, per fare visualizzazioni.
Lo fanno dopo aver ammazzato già la loro anima, ammazzano quello che capita in modo incurante,
indifferente.
Nel mentre c’è chi muore su una panchina, mentre un’ altro si compra l’ennesimo oggetto firmato
e butta il suo superfluo nell’ indifferenziato.
Nel mentre anime perdono la strada in questa follia quotidiana e diventano misantropi, crudeli, cattivi…

Ma, in lontananza…
Senti un anziano signore, con il suo cane a passeggiare:

“Ma non ti vergogni!!! Cosa fai! Stupido cane! Ti devi vergognare! ”

Sì.
Quel cane si deve vergognare perché ha espletato i suoi naturali bisogni sul marciapiede del centro!
Che vergogna.
Il cane vorrebbe sprofondare, perché capisce che quello che ha fatto è sbagliato.
Quel cane è consapevolmente mortificato, di essere nato cane, e di comportarsi da umano,
nel provare vergogna, in mezzo a tutti questi umani,
che sono nati umani, ma non sono degni nemmeno di raccogliere i suoi escrementi.

Vergogna.

La senti ancora questa sensazione?

Giorgio Giasiranis

06/01/2024

Pensieri

Gli alberi

  • 2 Ottobre 20212 Ottobre 2021
  • da giorgiogiasir

Sono in auto, agitato, sommerso dalle mie ansie quotidiane, soffocato dai doveri che si accumulano fragorosamente, il cuore batte più forte, la mia temperatura sale, il respiro diventa corto, affannato.

Sto aspettando nel parcheggio e nel mentre mi accorgo fuori dal finestrino di un ramo di un albero che ondeggia elegantemente fuori dal tempo, una danza soave in mezzo a tutto il solito frastuono quotidiano.

Quell’albero c’era anche ieri, durante un forte temporale autunnale… Era lì che soffriva sbattuto dal vento, non sapeva se sarebbe rimasto illeso o se avrebbe perso il suo bel ramo che oggi volteggia soave. Anche perché non era stato protetto da nessuno, né da lui stesso, né tanto meno dalle persone che correvano al riparo impaurite. Lui solo, nel centro della tempesta fermo a combattere contro le forze della natura.

Quanta fede hanno gli alberi, quanta fortezza nel restare lì con le loro forti radici ad aspettare che ciò che gli sta attorno offra loro quello di cui hanno bisogno, senza ansia, senza paure, senza batticuori, senza frenesie o alterazioni. Armati di enorme pazienza e fede verso la Madre Terra.

Quell’albero oggi mi ha calmato, i suoi colori e le sue foglie svolazzanti nella brezza del tepore mattutino mi hanno regalato quella pace senza tempo che solo loro sanno regalare, forse l’ossigeno che ci regalano gli alberi non è che il loro secondo regalo, il primo regalo è l’ossigeno che regalano alla nostra anima attraverso la loro atavica stoicità nell’essere fedeli verso la provvidenza di Madre Natura.

Giorgio Giasir
29/09/2021

Pensieri

Il pescatore della felicità

  • 8 Gennaio 20209 Gennaio 2020
  • da giorgiogiasir

Scroscii di onde,
forti e freschi su quegli scogli da dove si poteva ammirare un mare trasparentemente inquieto ,
pieno di vita e profumi marini.
Mi impadronì del mio tempo sdraiandomi sereno in quell’oasi multi sensoriale,
immerso in quello che solo la natura sa donarti in modo così vivido, intenso e reale…

 A metà mattinata mi accorsi di non esser solo:
una presenza gioviale e pacifica lanciava il suo galleggiante tra le onde,
ed una canna di legno sventolava sulla roccia.
Era un ragazzo pacato, che lasciava trapelare dal suo sguardo fiero e sicuro,
una sconfinata serenità. Fui curioso e dunque mi avvicinai per scambiare qualche parola.
Mi raccontò della sua smisurata passione per la pesca.
Lui non era un pescatore qualunque, era più uno sperimentatore:
ebbene, mi raccontò che ogni due giorni cambiava sistema di pesca,
poi ogni mese segnava “l’accrocchio” che aveva catturato più pesci e raffinava così
sempre più il suo sistema per quel particolare mondo sottomarino.
Parlammo a lungo: Fui rapito dai suoi racconti che mi ricordarono la mia infanzia,
quando trascorrevo i giorni nell’inventarmi sempre una nuova avventura ingegnosa,
che mi rendeva felice. Non era un ragazzino qualsiasi, in lui c’era una creatività ed un
inventiva fuori dal comune. Nel suo sorriso si intravedeva lo sguardo della soddisfazione
del suo spirito. Mi raccontò che avrebbe inseguito il suo sogno: avrebbe affrontato un viaggio lontano
verso luoghi di studio per coltivare i suoi smisurati talenti.

 Ma io la vedevo lì, in quell’istante.
Completa e maestosa! La felicità.
Mi risuonava in testa il discorso di Benigni sul cos’è la felicità…
Ebbene nella piena soddisfazione di quel ragazzo io vedevo la felicità.
Perché essere felici non è un sogno impossibile,
ma è così difficile per noi capire cosa ci rende felici, cosa ci dona il sorriso!
Pensiamo sempre di dover andare oltre, al di là…
Superiamo barriere su barriere e poi così facendo può capitare che
nel sorpassare questi continui ostacoli, un giorno, senza neanche essercene resi conto,
ci troviamo ad aver sorpassato la nostra felicita,
e a continuare in avanti, non tanto per stoltezza,
quanto per orgoglio e per abitudine…

 Sogno ad occhi aperti che questo ragazzo rimanga sempre in ascolto
della sua anima, della sua soddisfazione, della sua felicità.
Mi auguro che lui riesca sempre ad ascoltare il suo spirito
e di non esser trasportato dal narcotizzante richiamo
del consumismo…
Perché la felicità è nascosta tra l’acqua inquieta della nostra esistenza
ed il galleggiante della nostra personale creatività,
e dentro quel mare di colorate idee e pensieri,
aspetta soltanto di esser trovata e collocata nel posto più centrale della nostra anima,
per sempre.

Giorgio Giasir
08/01/2020

Pensieri

Vita

  • 21 Aprile 201913 Novembre 2021
  • da giorgiogiasir

Ore 12.51…

Dopo una lunga attesa sei pronto a provare ciò che ti sarà concesso vivere.
Il mondo è tuo:
E’ racchiuso in quello che stringi, senti e vedi.
Un urlo nasce quasi naturale assieme a te:

“Chi sono io?”

“Perché percepisco tutto questo?”

“Cos’è questa sensazione?”

“E’ diverso.”

“Non sono pronto per tutto questo!”

Eppure scoprirai di non esserlo mai veramente…

Ma il mondo ti appartiene!
Per pochi istanti ancora è tutto tuo.
Tutto da sperimentare con pianti e urla,
con grida e risate di gioia,
per tutto ciò che con la vita ti sentirai incidere sopra
la crosta ancora morbida e plasmabile della tua anima.

Istante dopo istante riceverai la tempra dei sapienti e non
sentirai più il bisogno di dimenarti per la prodigiosa possibilità
che ti è stata concessa.

Il percepire, sarà sempre più solo tuo,
ed un giorno probabilmente ti dimenticherai di
stare cambiando in un eterno susseguirsi di infiniti .

Finché tu,
esploratore di un universo troppo grande
e che soltanto nella follia di una mente finita
può essere racchiuso in una percezione,
raggiungerai quell’insieme di istanti finiti,
che hanno creato te,
per regalarti tutto
e lasciarti con la tua incondizionata anima,
nello scegliere di essere felice o triste del tuo istante…

Giorgio Giasir
12/10/2012

ore 12:51…

Pensieri

Purezza

  • 16 Aprile 201921 Aprile 2019
  • da giorgiogiasir

“La purezza sta nella naturalezza
con cui si può lasciar scorrere
sulla pelle del viso la verità…”

 È tale l’emozione nel vedere in te il leggendario e delicato ricamo
di questa condizione, ai tanti ineffabile e eternamente sconosciuta,
da trapelar dai miei occhi in gocce tinte dai vivaci colori dell’anima…
 Nei silenziosi intermezzi tra il nostro parlare,
si può sentire il lieve tintinnio della rugiada che solletica
dopo il lungo inverno la terra coi suoi primi germogli,
e nell’incanto del tuo delicato sorriso mi poso come
una spora trasportata dal vento sui tuoi occhi accoglienti.

 Nessuna parola né azione può eguagliar questo sbocciar spontaneo…
Che come la stessa essenza della vita,
principia in un battito senza avvertire,
nell’incosciente ma divino nascere lì dove prima il nulla,
adesso il tutto.

Giorgio Giasir

11/03/2019

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